Turbolenze

“Su ogni volturbolenzeo, ogni giorno, si incontrano un certo numero di turbolenze” afferma un pilota della British Airways “le turbolenze sono qualcosa di normale. Sono fastidiose, ma non sono pericolose”.

Come papà ti devi naturalmente scontrare con fenomeni dei quali non eri al corrente. In particolare se la tua Seppia è testarda come lo sono entrambi i genitori.

Il “fattaccio” è avvenuto domenica sera. La doverosa premessa è che la Seppia da un po’ di tempo ed a fasi alterne è tutta indaffarata a produrre i suoi meccanismi di masticazione, quindi il momento della na-nna è faticoso e disturbato e spesso si riduce a qualche sudicia manciata di minuti sommati tra mattina e pomeriggio, quindi in generale in questo periodo è un po’ stanca.. Orbene, ti sei organizzato per fare tutti i lavori allo Shabbat anche se non si dovrebbe perchè hai stabilito assieme a LEI di utilizzare il giorno successivo per andare a “GLORIOSA CATENA SVEDESE AUTOMONTANTE” a fare acquisti principalmente per la creatura: seggiola, tavolino, legnosi giocattoli e cose del genere.

Siete saliti sul carro senza buoi di buon’ora (se le 10.30 si possono considerare come tale) e siete partiti. Dopo qualche decinaia di chilometri vieni a conoscenza di una piacevole deviazione che allunga tutto il tragitto di un trillione di km. Bène. Chiaramente questo ti ha costretto ad una pausa ‘chè la Seppia non ne voleva più sapere di stare sul carrozzone, quindi avete pranzato, siete ripartiti, avete girato tutto il punto vendita, ti sei bucato le dita almeno 3 volte con le maledette matite infilate in tasca (ecco, un appello: ma nei duecento carrelli che si cambiano durante la visita, non si può integrare un dispositivo per appoggiare le matite ed i foglietti appunti – che puntualmente ti cadono dalle tasche e devi percorrere tutto a ritroso per ritrovarlo).

In definitiva siete rientrati in casa a sole già tramontato, tutti e tre con un ingente carico di stanchezza, che poi è qua che volevi arrivare, al netto di tutta la premessa.

Ti sei messo lì, di buona lena, a montare sedia e tavolo per vedere come ci si relaziona la creatura. Appoggia la sua manotta sul tavolo e si siede, poi ci disegna… Un successone!

Ad un certo punto decide di prendere la sedia e portarla sul suo tappeto di gioco (rendendo, con cotanta dimostrazione di forza, il suo vecchio). Ed è lì si consuma la tragedia: la sedia è troppo alta, prova a salire ma non riesce,  allora prova di nuovo ma non ce la fa.. ed inizia ad innervosirsi. Si è appena resa conto che ha dei limiti, che ci sono cose che non è in grado di fare. Cioè, lo aveva già notato ma questa volta le arriva la consapevolezza come uno schiaffo.

Unita alla stanchezza diventa un cocktail tremendo: inizia ad urlare, riprova, fallisce di nuovo, urla ancora più forte, scaccia la mano del VECCHIO, si allontana, urla, si siede appoggia la testa a terra, si alza riprova e tutto da capo, finchè non ti alzi e la prelevi per portarla a letto facendola smettere di tentare.

Si preannunciano tempi duri …

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